Prana e Ayama
Il Prana è proprio inteso come “energia vitale” o “forza della vita”, una forza che esiste in tutte le cose, nell’universo e dentro di noi. La parola Ayama significa “estensione” o “espansione”. Le due parole unite formano Pranayama che, quindi, può essere intesa come estensione/espansione della dimensione del Prana. Infatti il Pranayama vuole suggerire un metodo per attivare e regolare la nostra forza vitale, per aumentare il Prana all’interno del nostro corpo.
Il nostro Prana
Se il Prana non trova spazio nel nostro corpo è perché ne è stato espulso da qualcosa che ha preso il suo posto: possiamo chiamarle “scorie”. Se una parte del nostro corpo perde energia significa che si sta indebolendo, che si sta devitalizzando. Quanta più energia riusciamo a indirizzare verso quella parte, sostituendo ed eliminando le scorie nocive, tanto piu riusciremo a evitare il malessere psico fisico. Gli esercizi Pranayama mirano quindi a ridurre queste scorie. Lo fanno stabilendo modelli regolari di respirazione.
Respirazione e stato mentale
Per esperienza quotidiana sappiamo che lo stato della mente influenza il respiro e viceversa. Se la nostra mente è agitata il respiro è irregolare, si accorcia ed è più superficiale. Se la mente è tranquilla il respiro è più lungo e profondo. Una respirazione irregolare porta a blocchi fisici, emozionali e mentali. La respirazione ritmica, profonda e lenta stimola stati psico fisici calmi e rilassati. Si intuisce quindi che per agire positivamente sul nostro stato di benessere psico fisico possiamo lavorare attraverso la respirazione per arrivare alla nostra mente, invertendo il processo d’influenza e indirizzando la mente verso uno stato di calma e serenità.
Respirazione e Consapevolezza
Se concentriamo la nostra attenzione sul respiro stiamo aumentando la nostra consapevolezza in modo molto sottile… esattamente quanto è sottile l’aria che respiriamo. È davvero interessante scoprire i più piccoli movimenti che accompagnano la respirazione, accorgersi che tutto il corpo è coinvolto in questo processo, che la temperatura dell’aria che entra nelle nostre narici si modifica percorrendo le vie respiratorie. Tutto ciò cui dedichiamo sottile attenzione durante il Pranayama riempie la nostra mente di informazioni estremamente affascinanti e profondamente personali, distraendola e distaccandola da tutto ciò che in quel momento è assolutamente superfluo e, addirittura, dannoso. Questa forma di disciplina o di educazione al respiro influenza poi il nostro modo di affrontare la vita quotidiana. Può essere sorprendente scoprire che il nostro stile di vita riceve un indirizzo positivo attraverso la respirazione ma, d’altra parte, sappiamo che è proprio il nostro stile di vita che esaurisce o limita le nostre energie, modificando il nostro metabolismo, indebolendolo e conducendolo allo squilibrio e alla malattia. Il Pranayama ha la capacità di suggerire alla mente un ritmo più consono. Lo fa in modo del tutto naturale, riequilibrando e massimizzando le nostre energie, mettendoci in relazione con tutto ciò che ci circonda e contemporaneamente distaccandoci da tutto ciò che non ci rendiamo conto essere superfluo. Attraverso il Pranayama possiamo superare stati mentali che ostacolano la nostra serenità in momenti piu o meno importanti della nostra vita quotidiana. Può essere utile per superare stati di ansia e di panico, per ritrovare la motivazione, per allontanare svogIiatezza e depressione, per recuperare forza mentale e fiducia in se stessi
Cenni di fisiologia
Il nostro Sistema Nervoso Autonomo ci tiene in vita ed è responsabile della gestione di attività inconsce dell’organismo quali la digestione, la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e la respirazione. È diviso in due componenti che hanno funzioni opposte:
– Sistema Nervoso Simpatico che governa le attività di sopravvivenza, legate alle reazioni di “attacco o fuga”. Fra le diverse funzioni del SNS la messa in circolo di adrenalina e noradrenalina, legate alla secrezione di cortisolo, ormone essenziale per l’adattamento allo stress; l’aumento del volume sistolico del cuore, della sua frequenza e della pressione sanguigna; la dilatazione dei bronchi e delle arterie coronariche…
– Sistema Nervoso Parasimpatico che è responsabile delle risposte di tipo “riposo e digestione” ovvero di tutte le attività che si verificano quando il corpo è a riposo. Fra le sue diverse funzioni troviamo: la diminuzione del volume sistolico del cuore, della sua frequenza e della pressione sanguigna; la contrazione della muscolatura liscia dei polmoni con riduzione del suo volume e la costrizione delle coronarie…
Quindi il SNS induce all’aumento di adrenalina e cortisolo, ormoni legati allo stress, mentre il SNP ne determina la diminuzione. I due sistemi sono coordinati e uno domina sull’altro a seconda delle circostanze, senza mai annullarsi a vicenda. Abbiamo sempre bisogno di ossigeno sia in stato di attività sia in stato di riposo. I due sistemi indirizzano quindi il sangue ricco di ossigeno laddove è necessario.
Il sangue, una volta ossigenato nei polmoni, torna nel cuore e da lì raggiunge tutto il corpo, trasportando l’elemento vitale a tutte le cellule attraverso i capillari. L’ossigeno raggiunge così i mitocondri cellulari che producono l’energia necessaria al nostro corpo. L’anidride carbonica (CO2) è un prodotto di scarto di questo processo. Esso si diffonde nel liquido interstiziale e nel plasma con una velocità 20 volte maggiore di quella dell’ossigeno. Per rendere l’idea di questa velocità si consideri che servono 20 inspirazioni per assorbire una quantità di ossigeno pari all’anidride carbonica liberata con una sola espirazione.
La capacità di assorbimento e utilizzo dell’ossigeno che respiriamo in ogni minuto è un indice della nostra vitalità. Per questo motivo è sempre benefico incrementare questa capacità. Nonostante la quantità di ossigeno che distribuiamo nel nostro corpo sia sufficiente per restare in vita, il nostro corpo ha una capacità di assimilazione ben superiore. Quando tratteniamo il respiro, non è la mancanza di ossigeno che ci obbliga a riprendere ma è la innalzata concentrazione di CO2 e, indirettamente, l’aumento dell’acidità del nostro corpo. Allo stesso modo, se iperventiliamo, aumentando il tasso di ossigeno nel sangue, sentiremo le conseguenze del basso livello di CO2 e del conseguente innalzamento dell’alcalinità del nostro corpo.
I cambiamenti del PH nel corpo, in entrambe le direzioni, hanno effetti sulla circolazione sanguigna nel corpo e nel cervello. L’apnea (maggiore acidità) provoca vasodilatazione e maggiore afflusso di sangue al cervello e, proporzionalmente, minore nel corpo. L’iperventilazione (maggiore alcalinità) provoca minore afflusso di sangue al cervello e, proporzionalmente, maggiore al corpo.
Grazie alle tecniche Pranayama, sfruttando le caratteristiche del nostro sistema nervoso e il processo fisiologico della respirazione, possiamo aumentare il tasso di ossigeno nel nostro corpo oppure diminuire il suo consumo a livello mitocondriale. Infatti l’iperventilazione o il rilassamento profondo consentiranno di incrementare la quantità di ossigeno a disposizione dei nostri tessuti ma controllando gli effetti collaterali spiacevoli prima descritti.
I nostri polmoni hanno una capacità di circa 4,5 litri per gli uomini e circa 3 litri per le donne. Ma utilizziamo solo parzialmente questa capacità, introducendo mediamente mezzo litro di aria che, fra l’altro, non raggiunge completamente i nostri alveoli polmonari. Quindi, quando aumentiamo la profondità della nostra respirazione, introduciamo una quantità di ossigeno che è ampiamente superiore alla media inalata. Oltre a ciò, la maggiore apertura dei polmoni non solo ne aumenta il volume ma incrementa considerevolmente la superficie alveolare disponibile per l’assimilazione dell’ossigeno. La maggiore quantità di ossigeno che entra nei polmoni e l’aumentata superficie alveolare fanno sì che in pochi minuti i nostri tessuti migliorino la saturazione di ossigeno e il nostro corpo raggiunga un livello energetico più alto consentendoci di trattenere il respiro più a lungo, correre più velocemente, poter sollevare pesi maggiori… insomma, essere più “forti”.
Tornando al nostro Sistema Nervoso Autonomo, causa ed effetto sono interrelati. La felicità ci fa sorridere, sorridere ci fa sentire felice. L’adrenalina ci fa respirare più velocemente; respirare più velocemente aumenta l’adrenalina. Grazie al Pranayama, imitando uno stato di profondo rilassamento, produciamo gli effetti biochimici e fisiologici del rilassamento. Ma è vero anche il contrario: in stato di forte stress il nostro corpo produce adrenalina. Non appena lo stress si riduce, anche dopo pochi secondi, il corpo si trova in uno stato di profondo rilassamento che può durare ore. E’ per questo motivo che alcune persone sono “adrenaliniche”: sono inconsciamente alla ricerca dell’effetto benefico successivo. Nella pratica Pranayama può essere sfruttato anche questo effetto. L’iperventilazione incrementa il tasso di adrenalina e cortisolo, conducendoci verso il successivo prolungato stato di rilassamento e benessere.
A differenza di altri apparati legati al Sistema Nervoso Autonomo (digestione, circolazione e pressione sanguigna…) possiamo modificare la nostra respirazione consciamente. Possiamo indurre il SNA al riposo oppure sollecitarlo all’aumento della prestazione mentale e fisica. Sotto la guida di un esperto possiamo modificare il nostro stato umorale/mentale e i nostri livelli energetici.
Link utili
Sistema Nervoso Autonomo su Wikipedia
Sistema Nervoso Simpatico su Wikipedia
Sistema Nervoso Parasimpatico su Wikipedia
Respirazione su Wikipedia
Pranayama su Wikipedia
IMPORTANTE: le informazioni contenute in questo articolo sono da intendersi a puro scopo informativo e divulgativo e non devono essere intese in alcun modo come diagnosi, prognosi o terapie da sostituirsi a quelle farmacologiche eventualmente in atto. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica.
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